[…] Il precario equilibrio che teneva a galla queste persone è stato definitivamente stravolto da una crisi irreversibile, che è quella del contatto umano.
“Vivono in una condizione di drammatica indigenza”, dice senza mezzi termini Barbara Maculan, presidente della cooperativa Equality, che svolge servizio di contatto con presunte e potenziali vittime di tratta in Veneto nell’ambito del Progetto N.a.v.e (Network Antitratta del Veneto), 98 partner tra cui Comune di Padova, questure, Usl, prefetture, procure, ispettorati del lavoro e con Venezia Comune capofila.
“Ci chiamano per chiedere come fare a mangiare, non hanno più nulla” spiega Maculan, che in questi giorni con Equality, Ass.ne Mimosa e altri enti antitratta sta cercando di predisporre una rete anticaduta. “Non è facile neppure usufruire dei buoni pasto, perché molte di loro non hanno la residenza e, di conseguenza, non vengono ammesse ai servizi di assistenza”.
Venerdì scorso si è tenuta una riunione tra tutte le realtà che, come la cooperativa Equality, seguono il mondo della prostituzione. E’ stata riscontrata una situazione drammatica in tutta Italia, con il problema non indifferente che in alcune aree del nostro Paese nemmeno Caritas arriva.
C’è un fenomeno preoccupante su cui le varie realtà stanno cercando di fare luce: la scomparsa, o quasi, delle ragazze africane. “Arrivano in Italia dopo aver contratto un debito nel loro paese, vengono tenute sotto scacco con la minaccia di riti voodoo. Che fine hanno fatto? Cosa succederà ora che a quel debito non riescono più a fare fronte? Nessuno, al momento, ha queste risposte”, racconta la responsabile della cooperativa padovana che agisce su scala regionale.
I numeri della prostituzione di strada in Veneto collocano Verona al primo posto 244 lucciole censite, segue Vicenza con 193, Padova con 145, Venezia 144 e Treviso 140. A Rovigo e Belluno il fenomeno è praticamente inesistente. “La strada ora si è svuotata” continua Maculan. “Ma fino al 17 marzo scorso loro erano ancora tutte in strada, qualcuna anche con la mascherina. Ora si è bloccato tutto”.
In questi giorni stanno emergendo con prepotenza tutte le difficoltà e i drammi delle persone che campano vendendo prestazioni sessuali tra zone industriali e strade a grande percorrenza. Dal Terraglio, tra Venezia e Treviso, fino a via del Plebiscito a Padova, le sofferenze sono le stesse.
Equality raccoglie le richieste e cerca di fornire soluzioni: “Le ragazze africane ci chiedono semplicemente qualcosa da mangiare, le persone transgender invece necessitano anche di supporto psicologico, probabilmente per le cure ormonali a cui sono stati sottoposti. Noi cerchiamo di dare ascolto a tutti”.
La città di Padova, capitale del Volontariato, pare abbia trovato proprio nel volontariato una soluzione che potrebbe risolvere in parte il problema. Centro servizi volontariato e Coldiretti ogni mercoledì e sabato doneranno le rimanenze del mercato a chilometro zero di Campagna amica. Il cibo sarà messo a disposizione delle ragazze.
“Stiamo studiando anche un modo per fare avere loro i buoni pasto del Comune, che si ottengono però con il presupposto della residenzialità”, rivela Barbara Maculan. […]
Le persone per portare una richiesta di aiuto hanno bisogno di un contatto. Quel contatto, anche oggi e in quest’emergenza, facciamo tutto il possibile per garantirlo.
Al link è possibile leggere, se abbonati, l’intero articolo scritto dal giornalista Enrico Ferro.